IL DISORDINE E LA DISUBBIDIENZA DEGLI ITALIANI

...IL DISORDINE E LA DISUBBIDIENZA DEGLI ITALIANI

Lo dico in poche parole povere. Molti giornali e riviste straniere quando parlano dell’Italia non mancano di rilevare che gli italiani sono disordinati, disobbedienti e disuniti. Ebbene, questi stati mentali e sentimenti sono venuti fuori tutti insieme e in modo molto violento negli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale (1939-45). Erano anni in cui tutti si combatteva uniti sotto un solo comando per mare, per cielo e per terra. Erano anni in cui uomini e donne speravano ardentemente nella vittoria, nella pace e nella fine delle asprezze e dei sacrifici lacrime e sangue.
Il fatidico 8 Settembre del 1943, quando il Generale Badoglio, sotto la volontà del Re Vittorio Emanuele III, firmò l’armistizio con la preponderante e soverchiante potenza angloamericana, lo Stato Maggiore dagli alti ufficiali fino all’ultimo mozzo delle corazzate della Regia Marina piombò nel caos più totale. Il Duce Benito Mussolini fu di lì a poco fatto arrestare e i suoi seguaci, le camicie nere, i fascisti della prima ora, non accettarono mai le condizioni della resa e continuarono a combattere disperatamente al fianco dei nazisti tedeschi. Con operazioni belliche ancora in corso nei mari, nei cieli e su terra, molti generali di divisioni e ammiragli seppero dell’armistizio da stazioni radiofoniche come dei comuni civili. Non furono informati in tempo delle condizioni della resa e il Re, il Savoia, non si preoccupò proprio di impartire ordini definiti ai comandi militari, ma si apprestò solo a fuggire con consorte e dignitari da un punto all’altro dell’Italia per non essere catturato dai nazisti. I soldati dell’esercito, della marina, dell’aviazione che fino a quel momento avevano sparato a inglesi e americani entrarono in confusione. Si trovarono a un certo punto a respingere nelle corazzate a mare, e a terra, incursioni sia degli alleati che tedeschi. Molti fiori all’occhiello dell’industria, della tecnica e della scienza italiana fecero una brutta fine e perirono nel disonore. Un ricordo va fatto alla corazzata della Marina Regia “Roma” e delle sue gemelle. Una delle navi più grandi e più avveniristiche al Mondo con un equipaggio selezionato dopo anni di prove e addestramenti.
Con una coscienza più pulita del Savoia, a Napoli chiamato “Re Chiachiello”, si sarebbero potute risparmiare centinaia e centinaia di migliaia di vite umane tra militari e civili. Gli italiani del popolo, i sudditi, i soldati semplici hanno dovuto assistere ad atti di codardia e di duelli tra gli ufficiali e dirigenti ancora al posto di comando. Molte navi da guerra si autoaffondarono abbandonando tutti i posti di combattimento per tanto sentito era il disonore. E la Sicilia era invasa, Salerno e la Campania, sotto il cannoneggiamento e bombardamento sia alleato che tedesco, erano di lì a poco invase e occupate. I civili, violentati, impazziti, disuniti, non obbedivano a nessuna legge, nessun comando, se non quella di fuggire, di mettersi in salvo e di non morire di fame. Combattimenti senza esclusioni di colpi città per città, per le strade, per le piazze e tra i palazzi, mano mano che gli angloamericani risalivano la Penisola per cacciare il duro a morire giogo nazista. La Germania nazista di Hitler e il Giappone dell’Imperatore del Sol Levante non hanno mai potuto immaginare cosa poteva essere mai la guerra civile, la guerra tra poveri per un tozzo di pane; hanno combattuto insieme, hanno perso, sono state piegate nella loro forza e si sono arrese senza condizioni con onore.
Ebbene, ecco perché il popolo italiano non è più un popolo, non è suddito di nessun Regno, non rispetta la Legge, non rispetta chi è al comando, non crede nella politica, non si fida delle belle parole e fiuta subito il fumo che viene gettato negli occhi, non avverte il bene comune, è diffidente, pensa sempre al male, non ha vergogna di rubare, non si sente unito nemmeno nelle stesse famiglie.

Vincenzo Benincasa dalle MEDITAZIONI SOCIALI

Autografo
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