LA LEGGE ITALIANA

...LA LEGGE ITALIANA

La Repubblica Italiana, già dalla sua nascita (’46), si è contraddistinta tra le altre Repubbliche Europee per il gran numero di Leggi varate nel Parlamento, dalla Camera dei Deputati al Senato. Leggi che cercavano di superare per sempre quelle restrittive del Regime Fascista. Il Codice Penale e Civile, così, sono stati riformati e rivisti con l’intento di garantire fino alle fine del processo in Tribunale una certa presunzione d’innocenza per gli indagati. La formula “siamo fiduciosi nella Magistratura che deve fare il suo corso in piena autonomia” è diventata un leitmotiv fino ai giorni nostri. Reati penali gravi come l’omicidio hanno perso la “gravità” che avevano durante il ventennio, in cui senza tante attenuanti vigeva la pena di morte. Nel Regno d’Italia la Magistratura aveva un alto codice d’onore e rispetto e i sudditi si guardavano bene dal non rispettare le Leggi. Gli stessi inglesi ammettevano che con Mussolini in Italia era scomparsa la criminalità. La Mafia, la Camorra e la ‘ndrangheta ritornarono con la pomposità degli anni post-unitari (1861) proprio nel secondo dopoguerra. Gli appalti per la ricostruzione dell’Italia distrutta dal conflitto andarono senza tanti controlli in mano alla malavita organizzata. Erano anni in cui si diffusero il contrabbando e attività illecite come l’estorsione, la truffa, spaccio di banconote false, ecc., che determinarono l’affermazione di uno Stato nello Stato. La nuova Magistratura e i corpi di polizia preposti al controllo arrancavano dietro “boss” e cosche, che il più delle volte corrompevano i funzionari pubblici, se non addirittura si sostituivano a loro. La Politica antifascista dei Partiti favorì la prepotenza delle mafie perché far applicare la Legge in modo categorico suonava molto “fascista”. Così, fino ai nostri giorni, abbiamo ereditato dei concetti e comportamenti secondo cui chi rispetta la Legge è fesso; fesso anche chi va in galera e furbi tutti gli altri che la fanno franca col denaro e con traffici di influenze.
Oggi, si parla di Prima, Seconda e Terza Repubblica per il fatto che ci sono state delle epoche in cui la Magistratura ha indagato ed arrestato molti esponenti di spicco di tutti i Partiti che si spartivano il Parlamento e la Cosa Pubblica. C’è stata la mischia delle carte, ma gli operatori e i comportamenti non sono cambiati. Ancora si parla di ingerenza delle mafie negli affari di Stato, ancora si parla di corruzione, concussione, falso ideologico, ecc.; ancora c’è chi non si becca la condanna, mentre altri devono scontare la pena a causa dei primi.
Si continua a legiferare, a fare leggi nuove che a volte cancellano quelle precedenti di un Governo non amico, e si continua a verificare il pensiero dei filosofi della Grecia antica, secondo cui più uno Stato vara Leggi, più è corrotto.
A causa di instabilità politica l’Italia ha visto formarsi un gran numero di Governi, che hanno cercato di modificare la stessa Carta Costituzionale (del ’48) e la Magistratura, ma ad oggi, in fondo al tunnel, non si vede ancora la luce del cambiamento, anche se con le ultime Elezioni Politiche si è formato il così detto Governo del Cambiamento (Lega-M5S, ovvero Governo giallo-verde). Staremo a vedere cosa sono capaci di fare i seguaci di Grillo e di Salvini e, secondo noi, è una conquista epocale anche un piccolo cambiamento nella mentalità degli italiani sul fatto che solo i fessi rispettano le Leggi e vanno in galera, mentre i furbetti del quartierino si guardano lo spettacolo dall’alto delle loro sontuose dimore. Già, è la mentalità degli italiani che deve cambiare, non le Leggi, per poter superare criminalità, povertà, instabilità, corruzione, clientelismo e la miseria non solo dal punto di vista economico ma anche etico.

Vincenzo Benincasa dalle MEDITAZIONI SOCIALI

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