Per i giovani…

EuroPER I GIOVANI NESSUN FUTURO

l’unica possibilità è emigrare

            Per chi ha un buon posto di lavoro, non ci sono grossi problemi, ma per i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro: solo disoccupazione, precarietà e salari da fame. Dati OCSE 3 sett. 2014: un giovane su due è disoccupato, il 40% delle donne è senza lavoro, il doppio rispetto agli anni precedenti e la disoccupazione è arrivata a livelli allarmanti al 12,9% (ma si tratta di dati addomesticati perché, in verità, è almeno al doppio). Le industrie continuano a chiudere, la pubblica amministrazione taglia, il commercio è in crisi (e sta passando nelle mani dei cinesi), nei prossimi 2 anni si prevede un altro milione di posti di lavoro in meno. I giovani più svegli l’hanno capito e se ne sono andati: nord Europa, Brasile, sud America, Australia ecc, ma sono in molti pronti a seguirne l’esempio.

I dati sono sconfortanti, ma secondo molti la realtà è ancora peggiore, la disoccupazione si attesta ufficialmente al 12,9%, perché altri dati pubblicati in questi giorni, sempre da Eurostat, mostrano chiaramente che le cifre ufficiali nazionali lasciano in ombra una grossa fetta della disoccupazione. 8,8 milioni di persone, infatti, vorrebbero e sarebbero disposte a lavorare, ma hanno smesso di cercare un’occupazione poiché scoraggiate dalle difficili prospettive del mercato del lavoro. Altri 9,2 milioni sono occupati part-time e vorrebbero invece lavorare a tempo pieno (600mila in Italia). In totale fa 18 milioni di “sottoccupati”.

  Non solo le previsioni sono nere, ma si prevede in peggioramento nei prossimi anni in cui perderemo almeno un altro mezzo milione di posti di lavoro. I giovani dovranno lottare per un posto con gli immigrati e figli che si accontentano di paghe di fame. Quelli più svegli l’hanno capito e se ne sono andati: nord Europa, Brasile, sud America, Thailandia, Australia ecc, sono le mete più gettonate. È triste lasciare il proprio paese ma con una classe politica così non ci sono speranze. In Italia non cambia mai niente, e poi … ci dovrebbero salvare proprio quelli che ci hanno portati alla rovina.

   I problemi principali con cui un domani dovranno confrontarsi i nostri giovani sono:

     1 – DISOCCUPAZIONE.

     Si fa presto ad annunciare in Tv che l’anno prossimo ci sarà la crescita, in realtà l’aumento del Pil non arriverà neanche a 0,50%. L’abbiamo già detto le fabbriche chiudono, il tessile è in forte crisi (negli ultimi anni persi 2.000 posti di lavoro solo in Calabria), in tutti i settori si soffre per la selvaggia concorrenza dei prodotti di importazione.

     Nel settore pubblico, poi, si sta già tagliando pesantemente i posti di lavoro per l’enorme deficit pubblico, gli enti locali sono pieni di debiti, le società miste hanno anche troppo dipendenti e spesso pagano salari da fame … in media si sostituirà meno della metà delle persone che andranno in pensione.

     Ma non illudetevi, gli impieghi statali, rimanendo dei posti privilegiati, saranno destinati ai parenti dei politici o ai loro stretti collaboratori (cioè a chi ha lavorato gratis e leccato i loro piedi per anni). I lavori umili nei settori privati saranno, soprattutto nelle aree più sviluppate, destinati agli stranieri, che continueranno a invadere tutti i settori.

   A un certo punto, i giovani arrivati all’età della maturità, 21 anni, si renderanno conto di un’amara realtà: ormai i giochi sono fatti!

    Chi ha una famiglia alle spalle che può lasciare loro un’attività, una professione, uno studio avviato o ha le aderenze politiche giuste, non avrà grosse difficoltà, per gli altri sarà dura: troveranno tutte le strade sbarrate. Resterà loro solo il lavoro precario, sottopagato, nei call center, nei supermercati, nell’artigianato … da conquistarsi in concorrenza con gli stranieri.

     La nostra proposta è: lavoro prima agli italiani (e quelli che sono nel nostro paese da moltissimi anni) e poi agli immigrati.

     2 – SALARI O STIPENDI DA FAME.

     Ormai nel nostro paese persevera il capitalismo più selvaggio, alla sudamericana. Chi ha un’attività, chi è inserito, chi ha una professione avviata (l’avvocato affermato, il notaio, il medico noto ecc.) guadagna un sacco di soldi. Ma il giovane verrà pagato, con la scusa della crisi economica, una miseria: un laureato in informatica a Milano può prendere anche 800 euro al mese.

     Dati OCSE 2014: l’Italia ha i salari più bassi dell’Europa!

     Per non parlare dei giovani avvocati che lavorano gratis nello studio di avvocati affermati, sperando di imparare il mestiere e farsi strada autonomamente. Ma la stragrande maggioranza impara, che il pubblico è attirato dal grosso nome, che per un giovane, pur valente, le possibilità di inserimento sono poche.

     Ormai gli studi legali o quelli notarili si ereditano come gli appartamenti, ad esempio più del 70% degli iscritti a medicina è figlio di medici. È lo stesso per farmacisti o per grandi studi di progettazione: esiste la casta. Se hai fortuna di appartenere a una certa classe sociale, non ci sono problemi, altrimenti è difficilissimo.

     Che possibilità ha il figlio di un operaio di aprire una farmacia in una grande città? Quasi zero.

    Nei call center si è pagati meno di € 600 al mese, per sorbirsi le parolacce delle persone disturbate per telefono. Per un lavoro di part-time in una multinazionale della distribuzione poco più di € 500 al mese … per non parlare di chi lavora in nero: ecco alcune retribuzioni al sud: 300 euro al mese per fare la segretaria in un’agenzia immobiliare, 250 euro la commessa in un negozio di scarpe … (casi veri presi dalla realtà)

     Non andiamo oltre, tanti giovani se non avessero famiglia non potrebbero nemmeno nutrirsi adeguatamente.

     E in Italia abbiamo i due partiti di sinistra più forti d’Europa: partito democratico e sinistra e libertà. Complimenti ai compagni! E Abbiamo anche i sindacati più forti d’Europa, congratulazioni, anche ai sindacalisti!

     Gli ex comunisti italiani dicono che gli Stati Uniti sono il regno del capitalismo e dell’egoismo.

     Ma negli USA esiste il salario minimo che è 7 dollari all’ora, il che significa 56 dollari al giorno, sufficienti per viverci.

     Gli Stati Uniti difendono le loro frontiere per impedire che entrino troppi clandestini, facendo crollare i salari.

     Gli Stati Uniti combattono il lavoro nero, che costituisce solo una parte marginale della loro economia, mentre da noi, con i partiti di sinistra più forti dell’Europa in Parlamento, si arriva fino al 30% del reddito prodotto.

     Siamo all’assurdo: I capitalisti difendono i lavoratori e quelli di sinistra difendono i padroni.

     Il problema è che in Italia non abbiamo nemmeno un buon partito di sinistra!

     I partiti di sinistra dovrebbero difendere i lavoratori, i loro salari, denunciare il lavoro nero, il precariato, opporsi ai contratti a termine, evitare che i padroni ricattino gli operai: “O lavori per 4 soldi o mi prendo un extracomunitario!”

     3 – LAVORO PRECARIO.

     Da quando sono stati introdotti i nuovi contratti di lavoro che consentono la precarietà, i padroni ci si sono buttati sopra come api sul miele. Finalmente potevano ricattare i loro dipendenti e imporre le loro condizioni: “O sei disponibile a lavorare anche di domenica e oltre l’orario di lavoro o non ti rinnovo il contratto.”

     Precarietà vuol dire: non avere possibilità di mettere su famiglia (per questo si parla di sterilizzazione degli italiani in quanto li si mette nelle condizioni di non fare figli), nessuna possibilità di accendere a un mutuo e quindi di comprare casa e nessuna sicurezza per il futuro.

     Anche il partner, a volte, se sa che non hai un lavoro fisso, ti molla!

    Oggi siamo arrivati fino all’arroganza. Sappiamo di datori di lavoro che non fanno sapere fino all’ultimo giorno se rinnovano o non il contratto. Ci confessava un giovane disperato: “Se disdico l’appartamento resto senza casa, ma se lo confermo potrei essere costretto a pagare l’affitto per anni senza avere un lavoro”.

     Almeno prima chi aveva un lavoro non aveva problemi, oggi avere un lavoro non basta!

     Per non parlare dei casi in cui i giovani fanno un lavoro e poi non vengono neanche pagati da imprenditori disonesti!!!

     La nostre proposte: 1 – Costringere i datori di lavoro a rendere ogni anno permanenti il 50% dei dipendenti. 2 – Ridurre le tasse sui lavoratori a tempo indeterminato, vuoi lavoratori precari? Paghi di più!

     Neanche l’esercito, Marina ed Aeronautica assumono più in modo definitivo. Arruolano i giovani con contratti a termine, portano via loro il meglio della gioventù (la vita militare non è certo una passeggiata), li sfruttano dando loro la speranza di un posto definitivo e poi, dopo alcuni anni li buttano fuori. Solo il 20% riesce a fare la carriera militare. Restano i più bravi o i più raccomandati?

     4 – PENSIONI DA FAME.

     Per i giovani si mette proprio male. Quelli di una certa età lavorano pensando che tra alcuni anni si godranno la pensione,

     Ma per chi comincia adesso o lavora da alcuni anni, andrà in pensione con il 60% della media delle ultime retribuzioni. Per un operaio della FIAT, che oggi guadagna 1.000 euro significano 600 euro.

     Dopo una vita di morto di fame farà una vecchiaia da morto di fame. Molti non avranno nemmeno i soldi per comprarsi i farmaci e curarsi la salute.

     E speriamo che i figli degli immigrati, che un domani andranno al potere, ci lasciano almeno la pensione e non dicano: “Questi italiani di merda, tutti invalidi, perché non andate a lavorare!”

     L’età pensionabile viene spostata sempre più avanti.

    Tra pochi anni si andrà quindi in pensione a 68 anni, se non 70!

     Per la maggior parte delle persone significherà che passeranno direttamente dal lavoro, alla vecchiaia vera, quella che costringe a una vita molto limitata per una qualche patologia.

    Dicono che la vita si allunga, perciò bisogna spostare in avanti l’età pensionabile

     ma noi sappiamo …

     – Che gli emigranti italiani all’estero, in Argentina, in Brasile, negli Stati Uniti ecc., hanno tutti la pensione italiana. Non di rado in sud America i parenti non denunciano la morte e continuano a percepire la pensione anche dopo che il congiunto è morto. Ormai hanno i rappresentanti, i loro privilegi non si toccano.

     – Che alle straniere in Italia basta sposarsi un pensionato molto più vecchio di loro e ottenere una pensione di reversibilità che dura tutta la vita.

     – Che agli stranieri, arrivati a 65 anni, basta essere stati residenti in Italia da 10 anni per aver diritto alla pensione sociale. Molti immigrati si stanno portando i genitori.

     – Che gli invalidi civili in Italia sono milioni, quanti di essi sono veri invalidi?

     – Che l’Inps ogni anno spende milioni di euro in spese legali. Per gli avvocati è un ricco filone: basta trovare qualcuno che abbia un malanno per cui aspiri alla pensione d’invalidità. Anche se l’Inps dimostra che la persona non ha diritto ad alcuna pensione paga comunque tutte le spese legali.

     – Poi ci sono le super pensioni, ad esempio alcune categorie privilegiate vanno in pensione con lo stesso stipendio. I parlamentari, poi, dopo cinque anni al Parlamento hanno diritto già a una pensione che dura tutta la vita.

     – Chi ha lavorato spesso prende meno di quelli che hanno una pensione sociale, cioè di coloro che nella maggioranza dei casi non hanno mai voluto fare niente.

     Ma il vero problema un domani saranno gli stranieri. Quanti di essi arriveranno all’età pensionabile con meno di 12 anni di contributi? I contributi da essi versati saranno sufficienti a pagare le loro pensioni, sia pure piccole?

     La riposta è assolutamente no!!! Secondo calcoli attendibili, per pagare una pensione senza rimetterci, occorrono almeno 35 anni di contributi, il resto ce li mette lo stato.

A tutti i giovani disoccupati

Unitevi a noi se volete avere un futuro.

Con i politici attuali, al massimo vi lasceranno

sopravvivere di assistenzialismo.

Se volete commentare il Presidenzialismo, fatelo qui… sul blog del Buon Governo

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