Come risanare l’Italia?

Italia Come risanare l’Italia?

L’Italia è una nazione che è stata costruita male già a partire del Regno. Con la costituzione dei padri fondatori della Repubblica si voleva dar peso nella gestione della cosa pubblica a tutti i cittadini senza tener conto dell’appartenenza a gruppi privilegiati, alle caste, ai ceti sociali e al genere. Ma quella politica di sinistra che ha governato sia ufficialmente che in modo intestino non ha seguito in alcun modo queste storiche direttive. Ci ritroviamo in un paese che si ritiene democratico sulla carta, ma non lo è affatto nei fatti. Le caste mantengono strenuamente i loro privilegi su tutte le classi meno abbienti, che non sono solo quelle classi che non trovano lavoro, ma anche sulle stesse classi dei lavoratori che hanno un salario. Il divario tra i ricchi e i poveri è enorme e cresce esponenzialmente negli anni, tant’è vero che il principio secondo cui il governante deve lavorare per il bene comune viene calpestato in ogni forma di legiferazione. Vengono emanate continuamente dal governo delle leggi ad castam, utili solo a chi ha appartenenza o amicizie nella classe dirigente. Tutti gli altri cittadini che svolgono lavori come autonomi o dipendenti si ritrovano in una situazione del tipo Regno-sudditi e i sudditi molte volte sono dei veri e propri schiavi oppressi. I cittadini liberi sono oppressi dalle tasse, tributi e sanzioni di ogni sorta, e vessati oltre che minacciati da una politica cieca che vede nell’austerità la soluzione di ogni problema. Il concetto di tirar le cinghia nei momenti di crisi vale solo per i poveri e per quelli che non vengono manco tutelati dalla legge. La classe dirigente non concepisce nemmeno il concetto di abbassarsi i vitalizi e i privilegi acquisiti per uniformarsi al resto del popolo cui grava il peso degli errori dei governanti fatti nel tempo. Che colpa ne ha un macellaio che ha la sua bottega fronte strada della crisi dell’Euro? Nessuna colpa… e chi è il colpevole?
Per risanare l’Italia, al di là dell’appartenenza o meno all’Euro zona, si deve metter mano all’ordinamento dell’alto dei poteri forti e via via passare al basso dei gruppi dei cittadini di questa Repubblica. Nell’Ottocento era diffuso questo detto “Più il popolo è ignorante, meglio io governo!”: molti cittadini si sono autoesclusi dal partecipare o informarsi della cosa pubblica, già astenendosi dal comune voto. Non prendono più vita attiva nella politica, non leggendo più i giornali, o cambiando canale quando in Tv si parla di tale argomento. Un’astio diffuso verso la conoscenza della gestione della cosa pubblica. E questo è un male per il bene comune che autorizza i governanti, nemmeno eletti democraticamente dal popolo, a correggere i loro errori sulla pelle del resto dei cittadini. Diffondere notizie anche tecniche sul funzionamento di un Buon Governo è l’unico modo da parte di menti illuminate a evitare che l’Italia continui ad essere un gregge di pecore spolpato da lupi che non hanno un minimo di rigore morale. L’arma che abbiamo noi del popolo è quella della conoscenza che induca un miglioramento della vita sociale partendo dal basso per arrivare all’alto dei poteri forti. I nostri rappresentanti devono essere obbligati a cambiare lo status quo in cui si sono arroccati da centinaia di anni. Le leggi e il rispetto delle stesse devono avere un fine unico che è il bene comune, non il bene di alcuni affiliati, che del resto aumentano ad ogni caduta di governo. Le istituzioni, quali il MINISTERO ECONOMIA E SVILUPPO, la MICROECONOMIA, la POLITICA MONETARIA, la POLITICA FISCALE, il COMMERCIO CON L’ESTERO, il MINISTERO DELL’INTERNO, il MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, il MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, il MINISTERO DELLA SALUTE, il MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE, il MINISTERO DEL LAVORO, il MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI, il MINISTERO DELLA DIFESA, il MINISTERO DELL’AMBIENTE, lo STATO SOCIALE, gli ENTI LOCALI E PUBLIC UTILITIES, il MINISTERO DEI TRASPORTI e tanto altro, devono essere risanati dall’alto con la forza motrice della conoscenza che parta dal basso. Tutti i liberi cittadini devono rimanere uguali dinanzi alle leggi e ai regolamenti di ogni sorta. Nessuno deve avere il diritto di scavalcare alcuni sia nei concorsi pubblici o controversie in tribunale perché raccomandato da certa classe politica. I meritevoli e quelli con una sana condotta morale occupino pure le mansioni più importanti della cosa pubblica. Ridurre al minimo gli sprechi delle risorse e ridurre sopratutto la burocrazia che ci ha messo ai vertici del mondo come lo Stato degli azzeccagarbugli e delle carte bollate. Come ho già detto altrove lo strumento delle raccomandazioni ha luogo già alle scuole medie inferiori per arrivare poi alla laurea e ai concorsi pubblici: ma non finisce qui in quanto nel mondo del lavoro sfocia nella corruzione e nel giro di tangenti che creano scompenso oltre che nella economia ma anche nella percezione della vita sociale del popolo. I fuorilegge pensano ormai che per aver successo nella vita occorre barare, aggirare le leggi, avere amicizia nei posti giusti, fregare gli ingenui, manomettere procedure, prendere per il culo gli oppressi, godere delle disgrazie altrui strumentalizzando eventi pure tragici per il proprio tornaconto personale (chiaro riferimento ai comportamenti della Protezione Civile). La politica clientelare perpetrata dai governi in decenni e decenni di legislature ha creato danni alla mente dei liberi cittadini e danno alle casse dello Stato per migliaia e migliaia di miliardi di dollari: questo discorso vale anche per la Grecia e tutti gli Stati del mondo che non riescono a raccapezzarsi durante questa crisi economica mondiale, partita sempre dalle superpotenze nucleari, vincitrici della seconda guerra mondiale. Risanare l’Italia vuol dire anche parlarsi, scriversi, condividere la conoscenza per creare un mondo migliore, per regalare ai nostri figli la speranza che dopo di noi possono sopravvivere senza doversi scannare gli uni e gli altri.

Vincenzo Benincasa dalle MEDITAZIONI SOCIALI

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